Come scegliere il vino per un’occasione speciale
In occasione di un avvenimento importante come un pranzo o una cena speciali è di fondamentale importanza l’abbinamento tra le pietanze e le bevande, in particolar modo l’abbinamento tra il cibo e il vino. Se non si è propriamente esperti di vino, questa fase può risultare complessa, anche perché il vino è un fatto di gusto personale. Per i vini rossi, ad esempio, c’è chi predilige quelli più giovani e aciduli e chi invece quelli più corposi e invecchiati. Oltre all’aspetto, di natura soggettiva, esistono però anche dei parametri oggettivi estremamente utili nella scelta del vino perfetto, quasi tutti presenti in etichetta, che spesso riporta già di suo i migliori abbinamenti con un certo prodotto. Dopo aver preso le giuste informazioni e scelto il vino migliore per l’evento, si può acquistarlo in un negozio fisico o in un’ enoteca online, in cui solitamente sono presenti accurate descrizioni dei prodotti e informazioni sui possibili abbinamenti.
L’importanza dell’etichetta
Il primo aspetto da considerare nella scelta del vino è la lettura della sua etichetta, dove vengono riportate tutte le informazioni più importanti inerenti al prodotto, sia gli elementi obbligatori per legge, sia gli elementi facoltativi come, ad esempio, come già detto, l’abbinamento con i piatti giusti. Gli elementi obbligatori aiutano molto nella scelta da fare e sono: l’annata (obbligatoria solo per i vini DOP), il nome del produttore del vino e l’area geografica in cui viene prodotto e imbottigliato, l’eventuale marchio (es. DOP, DOC, IGP ecc.), il lotto, la gradazione alcolica, la presenza di solfiti o altri allergeni e la quantità di vino imbottigliato.
Una volta visionati questi parametri passiamo a un’analisi leggermente più tecnica che riguarda l’invecchiamento del vino, l’annata e la sua gradazione alcolica. Per quanto riguarda il primo aspetto va detto che è durante l’invecchiamento che il vino muta, non solo il suo colore che diventa più intenso, ma anche nel sapore e negli aromi. Più il vino invecchia più tende a stabilizzarsi e di conseguenza ad avere un gusto più intenso e declinato sulla base del materiale in cui è invecchiato, ad esempio, un vino lasciato a riposare in botti di legno, probabilmente avrà un sentore di vaniglia, dato proprio dal legno stesso.
Quindi, più il vino invecchia più gli aromi sono complessi, a differenza di un vino giovane dove i profumi sono più limitati e c’è presenza di una spiccata acidità. Per quanto riguarda la gradazione alcolica, non vale assolutamente la regola del più è alta più il vino è buono, perché se è vero che l’alcol, gli acidi, i polifenoli, gli zuccheri e altre componenti presenti al suo interno sono fondamentali per dare al vino corposità, è altrettanto vero che non sono sufficienti a garantire anche l’elevata qualità, semplicemente perché potrebbero non essere ben equilibrati. Non sempre le annate sono riportate sulle bottiglie (obbligatorie solo per i vini DOP), ma in linea di massima possiamo dire che l’annata giusta è quella in cui il clima abbia avuto la giusta alternanza tra sole e pioggia e tra caldo e freddo, in modo che la pianta abbia avuto il giusto grado di ossigenazione prima della raccolta delle uve.